Ex asso dell’aviazione, spia internazionale, Vendicatrice, Difensore ed avventuriera spaziale, dopo essere stata esposta ad un macchinario alieno che le ha donato una forza sovrumana, il potere di volare e quello di emettere od assorbire energia,Carol Danvers è...

#10 – Convergenze

di Fabio Furlanetto

 

Antartide

Secondo le mappe, non ci sono segni di civiltà per centinaia di chilometri in ogni direzione. Non sono molti infatti a sapere che cosa si nasconde oltre il campo di occultamento che blocca ogni tentativo di svelare la presenza degli abitanti segreti di questo continente.

Capitan Marvel lo sa benissimo, invece: pur non avendo mai lavorato al loro fianco, non può non conoscere gli Inumani.

Rallenta un po’ mentre sorvola la città secreta per ammirarne tutti i dettagli che la rendono unica, dagli edifici vecchi di millenni progettati per massimizzare l’utilizzo del poco spazio disponibile alla infinita varietà dei suoi abitanti.

“Non importa quante città aliene ho già visitato, spero di non trovare mai noiosi posti come questo” pensa Carol mentre si avvicina al palazzo reale, osservata con curiosità dagli Inumani che sono più sorpresi dall’avere una visitatrice che dal fatto che possa volare, considerato quanto sono comuni i super-poteri in questa città.

Il suo senso della meraviglia e la sua felicità di essere qui sono però di breve durata, perché una volta arrivata alla residenza della Famiglia Reale degli Inumani si trova davanti l’ultimo abitante di questa città che avrebbe voluto incontrare: una donna in costume giallo che l’aspetta a fianco di un gigantesco mastino.

-Capitan Marvel. Lo S.W.O.R.D. ci ha avvisati che saresti arrivata – la saluta raggiante Crystal, Principessa di Attilan ed ex Vendicatrice.

-Ho chiesto di vedere Freccia Nera – risponde secca Carol.

-Mio cugino ha suggerito che ne parlassi prima con me, dato che siamo state entrambe...

-E’ una faccenda di sicurezza planetaria.

-Capisco, ma...

Dallo sguardo di Capitan Marvel, anche con il casco rosso che ne copre parte del volto, Crystal capisce che questa non è affatto una visita di cortesia.

-Va bene, tanto ho sempre detestato il protocollo. Lockjaw? – la donna chiede al grosso cane; la piccola antenna sulla fronte dell’animale brilla, tele portando le due ex Vendicatrici.

 

Nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico

Il centro abitato più vicino è a centinaia di chilometri, il che significa che nessuno può vedere la bizzarra scena di un Quinjet nero volare a bassa quota circondato da due elicotteri della marina militare degli Stati Uniti, sorvegliati da due navi della flotta imperiale di Atlantide che viaggiano appena sotto la superficie dell’acqua.

Lo speciale Quinjet nero non appartiene ai Vendicatori, ma è stato commissionato dallo S.H.I.E.L.D alla nazione africana di Wakanda per un compito specifico: trasportare i prigionieri dalla prigione superumana conosciuta come la Volta ad un luogo ancora più sicuro.

Ci sono comunque due Vendicatori a bordo, Iron Man e She-Hulk, intenti a sorvegliare il prezioso cargo: una donna dalla pelle blu in divisa carceraria, con manette di adamantio ai polsi e alle caviglie, intrappolata all’interno di un campo di forza. L’ex secondo in comando di Thanos durante l’invasione della Terra, Proxima Media Nox.

<<Non c’era bisogno che venissi anche tu, Jennifer. Proxima può anche essere forte quanto te, ma non può rompere l’adamantio>> - rompe il silenzio Iron Man.

-Non sono qui solo in rappresentanza dei Vendicatori della Costa Ovest, Iron Man; vorrei vedere di persona il Raft. L’idea di un super-carcere quasi in acque internazionali non mi fa impazzire.

<<Sono sicuro che i prigionieri del Raft siano trattati umanamente, il che è più di quanto si meriti questa assassina. Hai letto di come ha massacrato quei Guardiani ed il suo stesso avvocato, no?>>

-Sì. E’ un altro dei motivi per cui sono qui – risponde She-Hulk, avvicinandosi al campo di forza.

Fissa negli occhi la prigioniera, riconoscendo nel suo sguardo il desiderio di uccidere.

-Perché hai ucciso quelle persone, Proxima?

-Erano colpevoli.

-Di cosa?

-Di essere vive.

-Non lo sei anche tu?

-Lo sono. E per espiare questo peccato ho liberato quei terrestri dalla menzogna della vita.

<<Ancora convinta che non sia il caso di rinchiuderla e buttare la chiave?>>

-E’ stato Thanos a metterti in testa queste idee, Proxima?

-Ho visto orrori che questo mondo non può neanche immaginare. Ho visto che la vita è brutale, dolorosa, crudele. Thanos mi ha mostrato che la morte è pace e serenità eterna: qualunque dolore è un piccolo prezzo da pagare per i doni che la morte ha da offrire.

<<Vado a parlare con il pilota. C’è un limite alla quantità di pazzia che posso digerire>> - dice Iron Man, allontanandosi per lasciare sole le due donne.

Si ferma subito, però, quando sente l’inconfondibile rumore di un’esplosione all’esterno.

-Incredibile a dirsi ma sembra che tu abbia degli amici, Proxima – commenta She-Hulk.

<<Resta qui con lei, vado a vedere che cosa è successo>> suggerisce Iron Man, aprendo il portellone del Quinjet: è chiaro che il velivolo ha rallentato considerevolmente, ed il Vendicatore in armatura vola fuori per investigare.

She-Hulk si avvicina al portellone per guardare; schiva all’ultimo istante un raggio di energia, sparato da qualcosa di invisibile all’esterno: tutto quello che lei riesce a vedere sono i due elicotteri che sorvolano un mare trasmutato da acqua in pietra.

Alle sue spalle, il suono di circuiti che esplodono; quando She-Hulk si volta, Proxima fuoriesce dalla cella non più protetta da un campo di forza.

-Detesto quando devo dare ragione ad Iron Man – sospira Jennifer Walters, preparandosi a sferrare un pugno contro l’aliena.

 

Attilan, Sala del Trono

Nonostante la sua opinione personale su Crystal, Carol sa che è meglio comportarsi al meglio di fronte alla Famiglia Reale.

La Regina Medusa è alla destra del trono; Carol non sa molto di lei, se non che è stata sia un membro dei Terribili Quattro che dei Fantastici Quattro. Ma suo marito Freccia Nera, che siede così naturalmente sul trono da far pensare che sia un’estensione del suo corpo, è uno dei superumani più potenti dell’intero pianeta: se emettesse un minimo suono, la sua voce raderebbe al suolo Attilan.

Lo S.W.O.R.D. ha un fascicolo enorme su di lui, la maggior parte del quale è ben oltre il grado di segretezza a cui Carol ha accesso.

Freccia Nera comunica con il linguaggio dei segni, tradotto con assoluta efficienza da Medusa:

-Freccia Nera è lieto di collaborare con le autorità umane, Capitan Marvel, e desidera ringraziare lo S.W.O.R.D. per il servizio reso durante  l’invasione di Thanos.

“Un bel po’ di parole per così pochi gesti; mi chiedo quanto il messaggio sia di Freccia Nera e quanto di Medusa” pensa Carol, che aggiunge.

-Saremmo lieti di ampliare la collaborazione, in futuro.

-In tempi di crisi, gli Inumani faranno la loro parte. Ma abbiamo trasferito Attilan in questa terra desolata [1] proprio per limitare il nostro coinvolgimento negli affari degli umani.

-So che questa è la posizione ufficiale del vostro governo. Ma che mi dite dei vostri cittadini?-

Freccia Nera si limita a sollevare un sopracciglio, che Medusa traduce con:

-Mio marito preferirebbe che riformulassi la domanda con maggiore chiarezza.

-Capisco che tu sia un re amato dal tuo popolo, Freccia Nera, ma non tutti i tuoi sudditi saranno d’accordo nel non interferire con gli umani.

-Freccia Nera non è un tiranno, Capitan Marvel. Gli Inumani sono liberi di agire secondo la loro coscienza, purché non infrangano la nostra legge.

-E suppongo che vendere Nebbie Terrigene ai Badoon sia illegale?

-Capitano!!! – protesta Crystal; Freccia Nera alza la mano con un gesto che persino Carol capisce istantaneamente come “lascia che ci pensi io”.

-L’uso non autorizzato delle Nebbie Terrigene è proibito; la punizione è tra le più severe previste dalle leggi Inumane – aggiunge Medusa, traducendo i segni successivi.

-Eppure non è senza precedenti; ho letto alcuni rapporti SHIELD molto preoccupanti in materia. [2]

-Non siamo al corrente di alcuna attività illegale concernente le Nebbie Terrigene, Capitan Marvel, ed Attilan non ha alcun rapporto con i Badoon. Ma naturalmente collaboreremo con qualsiasi tipo di indagine in corso.

-Non ne dubito. Ho solo un’ultima domanda: dov’è Maximus?

Tutti i presenti si innervosiscono al suono di quel nome. Persino Lockjaw si irrigidisce.

-So che è stato esiliato da Attilan [1]; ci sono rapporti sul suo avvistamento a Latveria [3], ma non sono confermati. Voi non ne sapete niente, vero?

-Quel mostro non è... – inizia a rispondere Medusa, prima di ricordarsi che in questo contesto non deve parlare per sé ma per Freccia Nera e tornare a tradurre i suoi gesti.

-Maximus è stato privato della sua cittadinanza e condannato a morte. Se facesse mai ritorno ad Attilan sarebbe giustiziato. Se lo S.W.O.R.D. lo catturasse, chiederemmo la sua estradizione.

-Ne parlerò con i miei superiori. Vi terremo aggiornati su qualsiasi novità nelle indagini, e gradiremmo che voi faceste altrettanto se scopriste qualcosa di pertinente.

-Mio marito acconsente. Ma, Capitano, ho una richiesta personale – aggiunge Medusa.

-Di che si tratta?

-Se le Nebbie Terrigene entrassero in contatto con gli umani, gradiremmo conoscere i nomi di chiunque riesca a sopravvivere all’esposizione.

-Per quale motivo?

-Perché secondo le nostre leggi questo li renderebbe Inumani, parte della nostra famiglia.

-Finora non è successo, ma vi terrò informati. Vostra Maestà – risponde Carol, inchinandosi rispettosamente. Un po’ le è dispiaciuto mentire, ma non si fida abbastanza degli Inumani per fargli sapere della nuova Miss Marvel. Carol si allontana dal trono, seguita da Crystal.

-Se non è un problema, Capitano, vorrei unirmi alle indagini: credimi, poche persone in questa città vogliono vedere Maximus consegnato alla giustizia più di me.

-Sì, è un problema. Il tuo cane può portarmi a Londra?

-Come? Sì, certo, ma...

-Allora chiediglielo – taglia corto Capitan Marvel. Crystal capisce che l’umana non ha alcun interesse ad essere educata con lei, e dopo pochi secondo Lockjaw teletrasporta Capitan Marvel in un altro continente.

 

Nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico

She-Hulk dovrebbe essere in netto vantaggio contro Proxima Media Nox: quest’ultima può anche essere uscita dal campo di forza, ma le manette di adamantio sono ancora saldamente strette attorno a polsi e caviglie dell’aliena. She-Hulk è pronta a mettere fine allo scontro con un solo pugno, e sapendo che la sua avversaria è molto più forte di un’umana non trattiene la propria forza.

L’aliena si dimostra anche più veloce, però, abbassandosi all’ultimo secondo per farle mancare il bersaglio; approfittando del disorientamento di She-Hulk, la colpisce con un pugno allo stomaco.

Proxima si posiziona alle sue spalle, e nonostante i suoi movimenti siano limitati dalle manette riesce a stringere le braccia attorno al collo di She-Hulk.

-La bassa gravità di questo pianeta ti rende debole – le fa notare, stringendola così forte da darle problemi a respirare. E nonostante il potere conferitole dai raggi gamma, la Vendicatrice di giada non riesce a liberarsi. Normalmente potrebbe trattenere il respiro per ore... se Proxima non l’avesse costretta con quel pugno ad espirare.

“E’ forte almeno quanto me. Devo arrabbiarmi... o diventare creativa” – pensa She-Hulk, flettendo i muscoli delle gambe: sfruttando la bassa gravità di cui si è presa gioco Proxima, riesce a scagliare entrambe le lottatrici fuori dal Quinjet dopo averne perforato la carrozzeria.

Invece di precipitare nell’oceano, però, le due donne atterrano sulla dura pietra. L’acqua è stata infatti trasmutata, ed è sorvolata da una dozzina di navicelle gialle impegnate in una complessa battaglia aerea contro Iron Man.

-Avanzate Idee Meccaniche – dice She-Hulk, riconoscendo la fattura di quelle navicelle.

-Sono fuori dal loro campo di interferenza. Procedete – ordina Proxima, parlando ad un interlocutore invisibile.

-Oh no, bella, non abbiamo ancora finito qui – risponde She-Hulk, correndo verso l’avversaria: possono essere state separate dall’atterraggio, ma ha intenzione di lasciarsela scappare.

Purtroppo per lei, Proxima Media Nox svanisce completamente in un lampo di luce accecante solo pochi secondi prima che tutte le navicelle A.I.M. esplodano all’unisono.

-Quella grandissima figlia di...

<<Che è successo?>> - chiede Iron Man, volando verso She-Hulk.

-Si è teleportata! Riesci a rintracciare un qualche tipo di segnale?

<<Niente di niente. Non è la prima volta in cui l’AIM usa tecnologia di teletrasporto, ma questa è enormemente più avanzata dei loro standard>>

-Vuoi dire che ci siamo appena fatti scappare il braccio destro di Thanos da sotto il naso!?

<<Non so cosa è peggio: che quell’assassina sia in libertà, o il fatto che l’AIM possa avere accesso alla sua tecnologia>>

-Credimi, c’è qualcosa di peggio – risponde She-Hulk, estraendo dal proprio costume la Communicard dei Vendicatori.

-Vuoi dare tu la cattiva notizia a Capitan Marvel?

 

Una base segreta delle Avanzate Idee Meccaniche

L’Agente Gold attende con ansia che la cabina di teletrasporto si attivi, felice che la divisa dell’A.I.M. ne nasconda il volto. Se non fosse così, sarebbe chiaro quanto sia ansioso di mettere fine alla collaborazione con Contagio, l’entità aliena che sta possedendo l’alieno al suo fianco.

Dopo un lampo di luce, un’aliena dalla pelle blu esce dalla cabina e solleva le braccia per mettere in evidenza le manette ancora prima di aprire bocca.

-Gargoyle? Libera la nostra ospite – ordina l’Agente Gold, anche se non è necessario: sotto il controllo di Contagio, il super-criminale ha già allungato le mani per toccare l’adamantio.

Proxima si libera delle manette di pietra come se fossero di cartone e si rivolge direttamente a Contagio, ignorando completamente l’Agente Gold.

-Le truppe sono pronte per l’assalto?

-Aspetti solo un secondo, signora Nox. L’A.I.M. ha investito milioni di dollari in questa operazione, e prima di procedere con qualsiasi azione esigiamo concordare il pagamento.

-Molto bene – annuisce Proxima, stringendo la testa dell’Agente Gold tra le mani e schiacciandola come se fosse un pomodoro maturo.

La sua espressione non cambia minimamente neanche dopo essersi sporcata con sangue e cervello; si limita a guardare l’uniforme carceraria che indossa.

-Ho bisogno di un cambio di vestiti e di una forza d’invasione – notifica Proxima, scavalcando il cadavere decapitato dell’Agente Gold per recarsi verso le vasche di incubazione dove dozzine di cloni di Carnage si stanno agitando.

-Il tuo esercito è pronto, Proxima. Attendiamo il tuo ordine – riferisce Contagio.

-Il momento è giunto. Diamo inizio all’invasione della Luna.

 

Castello Garrington, Regno Unito

Non appena si toglie la maschera, Carol si sente colpevole di aver trattato Crystal in quel modo. Riconosce che il suo atteggiamento è del tutto irrazionale, ma non può farne a meno. Non è tanto sapere che Crystal ha avuto una relazione con Dane... non è così gelosa, ed è successo molto prima che si conoscessero... ma non le piace per nulla ripensare al bizzarro triangolo amoroso in cui era stata coinvolta anche l’Eterna Sersi.

E Crystal non ha esattamente la migliore reputazione quando si tratta di matrimoni tra super-eroi.

-Com’è andata? – le chiede Dane, avvicinandosi per darle un bacio sulla guancia.

-Ancora presto per dirsi, potrebbe essere un vicolo cieco. Le bambine sono in camera?

-Dormono. Ci ho messo due ore a farle addormentare, non azzardarti a svegliarle.

-Va bene, tanto tra poco dovrò allattarle di nuovo.

-Almeno così ti vedono.

-E questo che cosa vorrebbe dire!?

-Dovresti essere ancora in maternità, ma sei sempre in missione. Il maggiordomo vede le bambine più spesso di te, Carol.

-Adesso non fare il melodrammatico. Cosa pretendi, che me ne stia in casa in pantofole mentre c’è chi spaccia Nebbie Terrigene tra gli umani?

-Non sto dicendo che il tuo lavoro non sia importante. Solo che dovresti dedicare un po’ più tempo alla tua famiglia ed un po’ di meno allo spazio; non è per questo che ci siamo trasferiti al Castello?

-Evidentemente non ha funzionato. Penso dovremmo tornare nel Queens... mi dispiace, ma proprio non riesco a considerare questo posto come casa mia.

-Non posso chiedere al personale di trasferirsi.

-Intendevo solo noi due e le bambine, Dane. Non volevi trovarti un nuovo lavoro? Sarà più facile a New York, non credi?

-Anch’io preferirei crescere le bambine in America. Ma dovremo trovare un sistema per organizzarci meglio, specialmente se tornerò a lavorare anch’io.

-Va bene. Stavi pensando ad una babysitter?

-Perché no. Potrei chiedere a Crystal se ha dei suggerimenti, lei ci è già... che c’è? – chiede Dane, notando l’espressione arcigna della moglie che fluttua verso la camera da letto.

-Non c’è niente. Vado a riposare.

-Cosa ho detto di male!?

-Ho detto che non c’è niente – Carol taglia corto, chiudendosi la porta alle spalle.

Dane Whitman sospira e scuote la testa, accettando che questa è una battaglia persa.

-Secondo me sono gli ormoni – si intromette una voce femminile. Dane scatta per puro istinto, pronto ad evocare la Lama d’Ebano prima di riconoscere la maschera rossa della donna che lo osserva rigirandosi tra le mani una spada d’argento.

-Nemesi. Credevo fossimo d’accordo che non saresti entrata nell’area residenziale.

-Ed ero d’accordo. Ma la spada aveva un brutto presentimento e voleva che controllassi.

-Che tipo di brutto presentimento? – chiede Dane. Chiunque altro probabilmente considererebbe assurdo il concetto di una spada che avvisa il proprietario di un pericolo incombente, ma se c’è qualcuno che deve necessariamente avere una mente aperta in materia è il Cavaliere Nero.

-Che tutta la vita sia sul punto di cessare di esistere e che ogni speranza sia stata spazzata via.

-...

-Ma vedo che è tutto a posto. Buona notte! – taglia corto Nemesi, uscendo dalla stanza con la stessa naturalezza con cui si era intromessa senza invito.

-Sì. Buona notte – ripete poco convinto Dane, guardando la Luna splendere fuori dalla finestra.

Lo scienziato che è in lui detesta ammetterlo, ma anche lui si sente nelle ossa che qualcosa non va.

 

Base lunare S.W.O.R.D, Zona Blu della Luna

Il codice genetico di Genis Vell può aver ben poco a che fare con quello di un essere umano, ma anche un mezzo-Kree mezzo-Eterno ha bisogno di dormire. Sta riposando nella propria stanza quando improvvisamente salta giù dal letto: è stato assalito da un terrore così indicibile da rendergli difficile respirare per alcuni secondi. Gocce di sudore freddo scendono sulla sua fronte, e nei suoi occhi c’è il riflesso di un campo stellato che accompagna l’uso della Coscienza Cosmica.

Riesce con fatica a raggiungere il proprio comunicatore, premendo la combinazione di pulsanti che lo mette in diretto contatto con la Direttrice.

<<Vell, secondo l’orario della stazione sono le tre di notte, devi trovarti una tua vita privata>> - risponde la voce di Abigail Brand, più irritata che assonnata.

-Sta arrivando. E questa volta non vinceremo.

<<Stai calmo, Vell. Chi sta arrivando?>>

-La morte di tutto quanto.

 

Alloggio della Direttrice Brand

Se si trattasse di chiunque altro, Abigail Brand avrebbe scherzato sulla tendenza dei super-eroi ed essere più drammatici del necessario. Ma Genis Vell...

-Che succede? Credevo fossimo fuori servizio – fa notare l’uomo nel suo letto.

-Silenzio – ordina la donna, recuperando gli occhiali da sole dal comodino ed indossandoli nonostante la stanza sia immersa nel buio.

-Sissignora – risponde l’uomo, osservando il suo ufficiale comandante avvicinarsi alla grande finestra con una vista panoramica sulla Luna... privilegi del rango.

-Attivare protocollo Argo – ordina la Direttrice. La finestra si trasforma in un mosaico di immagini, inquadrature di ogni angolo della stazione che Abigail sfoglia toccando il vetro come se fosse la superficie di un tablet. La naturalezza con cui si muove fa pensare che non sia la prima volta in cui utilizza questa applicazione, e presto visualizza un’immagine particolare: un’inquadratura della camera blindata che funge da prigione per il corpo pietrificato di Thanos.

Guardato a vista, ventiquattro ore su ventiquattro, da sei agenti con armature da Guardiani ampiamente modificate.

Il buio della stanza viene improvvisamente rimpiazzato da una luce rossa intermittente, mentre una voce registrata comunica a tutta la stazione lunare:

<<ALLARME ROSSO. RILEVATA INTRUSIONE. ALLARME ROSSO>>

Abigail Brand si sofferma per un attimo sull’immagine della camera blindata: nessun cambiamento. Ma non appena si sposta su un’altra inquadratura non ci vuole molto prima di vedere qualcosa di orribile: un agente S.W.O.R.D. trafitto da una lama creata da Carnage. E cosa ancora più terrificante, non è l’unica: agli angoli opposti della base, altri Carnage stanno dando inizio ad una vera e propria carneficina.

-Come hanno fatto ad aggirare il campo anti-teletrasporto!? – si meraviglia l’agente saltato giù dal letto, mentre indossa con tutta fretta la propria uniforme S.W.O.R.D. Forse è l’eccitazione del momento, ma impiega un po’ prima di notare che Abigail non sta facendo altrettanto: è ancora in piedi di fronte alla finestra, in biancheria intima ed occhiali da sole, immobile.

-Uhm... Direttrice? Dovremmo... insomma, è un allarme rosso!

-Negativo. Computer, annullare allarme rosso, codice di identificazione AXMV33.

<<CODICE VALIDO. ALLARME ROSSO ANNULLATO>>

-Che cosa!? Ma siamo stati invasi!

-Computer. Allarme Nero – dichiara la Direttrice.

La luce rossa si spegne all’istante. Ed altrettanto rapidamente, le stelle visibili dalla finestra vengono oscurate quando una cupa ombra oscura l’intera base lunare.

<<ALLARME NERO. QUARANTENA ASSOLUTA ATTIVATA>>

-I miei vestiti. Ed il mio disintegratore – ordina la Direttrice. L’agente non se lo fa ripetere due volte, mentre Abigail si focalizza su un’altra immagine: Proxima Media Nox che cammina per i corridoi della sua base lunare, a fianco di un altro Carnage.

-Quello grosso – specifica la Direttrice.

 

Castello Garrington, Regno Unito

Come tutte le neo-mamme, Carol Danvers è più che rassegnata a doversi svegliare nel cuore della notte per colpa di un frastuono inatteso.

A svegliarla però non sono le due bambine che stanno ancora dormendo, ma un suono fastidioso ed insistente proveniente dal suo armadio.

-Non è possibile – commenta, fluttuando sopra le coperte ed avvicinandosi all’armadio.

-Che succede? – chiede Dane Whitman, ancora nel dormiveglia.

Carol apre l’armadio ed estrae il costume da Capitan Marvel: la stella su petto sta lampeggiando, cambiando colore da giallo a nero e viceversa, e sta emettendo un lamento impossibile da ignorare.

-Credevo che lo S.W.O.R.D. fosse un’agenzia di spionaggio, ci si aspetterebbe fossero più discreti; non puoi spegnere quell’affare prima che... – si lamenta Dane, interrotto da quello che era inevitabile: il pianto forsennato delle due gemelle.

-Ecco, appunto - sospira Dane, alzandosi dal letto e notando l’espressione preoccupata sul viso di sua moglie. Dev’essere qualcosa di serio se non ha nemmeno reagito al pianto delle figlie.

-Che succede? Una qualche emergenza? – le chiede.

-Allarme Nero. La base lunare è compromessa e completamente isolata dal mondo esterno.

-La Brand non userebbe qualcosa di così estremo senza una buona ragione – realizza Dane.

-Anche le comunicazioni sono bloccate... non c’è modo di sapere che cosa stia realmente succedendo, o di aiutarli in qualunque modo – spiega Carol.

-A dire la verità, un modo ci sarebbe – interviene una voce femminile: Nemesi è ferma sulla porta, e Carol non è dell’umore giusto per ricordarle di non aver mai ricevuto il permesso di entrare in questa stanza.

-Il nostro destino chiama, Capitano. Abbiamo bisogno l’una dell’altra per salvare il mondo.

 

 

 

 

 

CONTINUA !

 

Nel prossimo numero: L’ultima linea

 

 

 

 

 

Note

 

[1] su Vendicatori MIT #82

 

[2] che abbia letto MarvelIT: Agents of SHIELD ?

 

[3] nelle attuali storie di Destino MIT